La collaborazione coordinata e continuativa è normalmente definita in molti modi, fra cui prestazione d’opera, consulenza, lavoro parasubordinato: tanti termini per indicare lo stesso rapporto di lavoro. Oggi cercheremo di fare chiarezza e di capire una volta per tutte cosa si intende per contratto di collaborazione coordinata e continuativa, detto anche CO.CO.CO.
Cosa si intende per collaborazione coordinata e continuativa?
Il Decreto Legge del 2015 ha introdotto alcune novità in fatto di lavoro cosiddetto “atipico”, abrogando il contratto a progetto ed abrogando il divieto di utilizzo della collaborazione coordinata e continuativa nei settori privati.
Attualmente anche i datori di lavoro privati possono quindi avvalersi di questa forma contrattuale, prima riservata esclusivamente agli enti pubblici.
In poche parole, la collaborazione coordinata e continuativa è un rapporto di lavoro autonomo caratterizzato, rispetto all’attività del committente, da:
- Continuità
- Coordinamento
- Collaborazione
I collaboratori coordinati e continuativi sono anche detti lavoratori “parasubordinati” perché fanno parte di una categoria intermedia fra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. I collaboratori lavorano infatti in autonomia, senza vincoli di subordinazione, ma sempre nell’ambito di un rapporto continuativo con il proprio datore di lavoro e, soprattutto, da quest’ultimo coordinato. Il collaboratore è quindi inserito nell’organizzazione aziendale ed opera all’interno del suo ciclo produttivo.
Caratteristiche principali del CO.CO.CO.
Nella collaborazione coordinata e continuativa il collaboratore gode di totale autonomia nell’organizzazione del proprio lavoro, e non è soggetto al potere direttivo e disciplinare del committente che, come dicevamo prima deve limitarsi a coordinare la sua attività lavorativa nell’ambito delle esigenze aziendali. In pratica:
- Il collaboratore decide autonomamente tempi e modalità di lavoro.
- Il colaboratore svolge una serie di prestazioni lavorative ripetute in misura apprezzabile nel tempo, stabilite da un accordo fra le parti.
- Il collaboratore svolge un lavoro funzionalmente collegato al ciclo produttivo dell’azienda per cui lavora.
- Il collaboratore deve essere retribuito in forma periodica e prestabilita.
In poche parole, il contratto di collaborazione coordinata e continuativa prevede che il collaboratore goda di autonomia circa modalità, tempo e luogo di lavoro, ma la sua attività deve essere funzionalemente e strutturalmente collegata all’organizzazione dell’azienda con cui collabora.
Inoltre il contratto di collaborazione coordinata e continuativa non ha un tempo minimo o un tempo massimo di durata, e può essere rinnovato più volte.
Contratto di collaborazione: contributi e aliquote.
Per quanto riguarda i contributi, nei rapporti di lavoro coordinati e continuativi, questi ultimi sono per 2/3 a carico del committente e per 1/3 a carico del collaboratore.
Il committente ha comunque l’obbligo di versare anche la quota a carico del lavoratore, che viene trattenuta direttamente nella busta paga.
Per il 2016 l’aliquota da versare sale al 31,72%, un punto percentuale in più rispetto al 2015.
L’aliquota contributiva salirà rispettivamente:
- Al 32,72% nel 2017.
- Al 33,72% nel 2018.
Al fine di applicare correttamente la suddetta, il committente deve acquisire dal lavoratore una apposita dichiarazione sulla sua situazione contributiva, che indichi l’eventuale titolarità di pensioni o ulteriori rapporti assicurativi.
I versamenti andranno effettuati con un modello F24 e scadranno il giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento del compenso.
Questo, a grandi linee è tutto quello che c’è da sapere sulla collaborazione coordinata e continuativa e sulle norme che la regolano. Per eventuali chiarmienti Studio Tozza sarà felice di rispondervi.
Salve.Sto richiedendo la NASPI, e ho già un offerta di lavoro con un contratto a collaborazione coordinata e continuativa, ma non sanno ancora quanto definirne la durata: è obbligatorio riportarlo nel contratto? Lo chiedo perché quando sospenderò la NASPI dichiarando questo nuovo lavoro, dovrò comunque inserire una data di termine rapporto, che vorrei fosse appunto nei limiti dei sei mesi per non farla decadere. In altre parole, per accettare questa collaborazione è bene che si sappia già la sua durata? O si può definire strada facendo viste le caratteristiche del co.co.co.?
Gentile Eugenio, la consulenza è gratuita per i soli clienti di Studio. Se ha necessità possiamo mandarle un preventivo.
Grazie
Buonasera sono Gabriela ho 23 anni e vorrei avere una consulenza gratuita sul contratto di collaborazione , ho molte domande da fare .
cordiali saluti
Gentile Gabriela, la consulenza è gratuita per i soli clienti di Studio. Se ha necessità possiamo mandarle un preventivo.
Grazie