Demansionamento: cosa è? Può essere lecito?

Oggi spiegheremo in maniera approfondita cosa si intende per demansionamento, quando può essere messo in atto da un datore di lavoro, e cosa può fare il dipendente convinto di essere stato illecitamente dequalificato.

Cosa si intende per demansionamento?

In parole semplici, il demansionamento è un atto che consiste nell’assegnazione di un dipendente a mansioni inferiori rispetto alla sua qualifica di appartenenza (si può parlare di demansionamento anche quando il lavoratore non viene assegnato a nessuna mansione).

In pratica si tratta di una violazione del diritto al lavoro, intendendo quest’ultimo come il diritto inalienabile a svolgere un’attività lavorativa che risponda ad un’esigenza fondamentale della personalità del lavoratore. Il demansionamento determina anche l’impoverimento della capacità professionale di quest’ultimo, dal quale consegue una ripercussione negativa sui futuri rapporti lavorativi.

La Legge prevede che il datore di lavoro sia obbligato a garantire ai propri dipendenti un inquadramento professionale ed economico adeguato alla mansione che sono chiamati a svolgere al momento dell’assunzione. Il dipendente ha inoltre il diritto ad essere tutelato da eventuali penalizzazioni riguardanti la propria retribuzione.

Quando il datore di lavoro non rispetta queste direttive, si può parlare di demansionamento, ed il lavoratore dequalificato ha diritto a richiedere un risarcimento del danno, che in questo caso si può configurare come professionale, biologico od esistenziale.

Quando il demansionamento può essere considerato lecito

Come dicevamo prima, lo Statuto dei Lavoratori vieta il declassamento del lavoratore a mansioni di livello inferiore rispetto a quello con cui è stato inquadrato al momento dell’assunzione.

Secondo la vecchia normativa, il lavoratore poteva subire un demansionamento solo quando non fosse stato in grado di svolgere il precedente tipo di lavoro a causa di malattie o infortuni (anche in questi casi non era comunque permessa la riduzione della retribuzione).

A seguito del Jobs Act del 2015, è stata introdotta la possibilità per il datore di lavoro di sottoporre il dipendente a demansionamento se consentito da particolari esigenze tecnico organizzative dell’azienda o se  previsto dal Contratto Collettivo Nazionale. La nuova mansione dovrà comunque rientrare nella medesima categoria legale, e dovrà mantenere la stessa retribuzione.

Il datore di lavoro che decide di sottoporre il lavoratore ad un demansionamento a seguito di pressanti esigenze organizzative, come il fallimento di un ramo d’azienda, in fase di dismissione o di possibili licenziamenti, dovrà comunicare in forma scritta al dipendente la sua decisione, altrimenti il demansionamento sarà nullo.

Il Jobs Act prevede anche la possibilità di modificare la categoria contrattuale, in caso il lavoratore sia fortemente interessato a modificare il proprio contratto di lavoro (nel caso per esempio di conservazione del posto, o acquisizione di una diversa professionalità).

Cosa succede invece quando un demansionamento è considerato illecito?

Demansionamento regole

Demansionamento illecito: cosa fare.

Qualora il demansionamento non sia conseguenza delle particolari situazioni che abbiamo sopra elencato, può essere considerato nullo, sia che sia stato frutto di un atto unilaterale del datore di lavoro, sia nel caso sia stato frutto di un accordo fra le parti.

Eventuali violazioni della Legge verranno configurate come reati nell’ambito della disciplina del mobbing e del demansionamento: in questo caso il lavoratore potrà ricorrere:

  • all’azione di adempimento
  • alla risoluzione del contratto
  • al risarcimento danni per demansionamento e mobbing sul lavoro.

Resta comunque indispensabile che il lavoratore sia in grado di dimostrare natura ed entità del danno psicofisico ricevuto (che deve essere medicalmente accertabile) e di provare anche la penalizzazione reddituale cui è stato sottoposto.

La legislazione che regola lo “ius variandi” (l’insieme di norme riferibili alla facoltà del datore di lavoro di cambiare mansioni ai propri dipendenti), è molto ampia ed in essa vengono compresi molti casi particolari: se avete bisogno di chiarimenti più specifici, vi invitiamo a contattare Studio Tozza, che cercherà di fugare tutti i vostri dubbi.