Come funziona l’UNIEMENS, la denuncia mensile obbligatoria in vigore dal 2010 allo scopo di snellire il flusso di dati retributivi e contributivi relativi ai lavoratori del settore privato, e a cosa va incontro chi omette di presentarla? In questo articolo troverete tutto ciò che c’è da sapere.
Cosa si intende per UNIEMENS?
In poche parole, l’UNIEMENS non è altro che una denuncia obbligatoria che il datore di lavoro del settore privato è tenuto ad inviare mensilmente all’INPS.
Fino al 2009, le dichiarazioni obbligatorie erano due:
- DM10/2: mediante la quale venivano comunicati i dati contributivi relativi al complesso dei lavoratori dell’azienda, distinti per categoria.
- EMENS: mediante la quale venivano comunicati, in forma individuale e nominale, i dati retributivi riferiti ai singoli lavoratori.
Da maggio 2010 il modello UNIEMENS ha unificato i due precedenti raccogliendo le informazioni retributive e contributive relative ad ogni lavoratore, a livello individuale.
Lo scopo di questo modello unico (che dal 2012 ha assorbito anche la DMA, la Denuncia Mensile Analitica) è quello di semplificare e ridurre le informazioni ed eliminare la necessità di verifiche di congruità fra i dati retributivi e contributivi, il tutto allo scopo di semplificare le procedure di trasmissione e controllo dei dati da parte delle aziende e degli enti preposti.
Il datore di lavoro è obbligato ad inviare all’INPS la dichiarazione UNIEMENS mensilmente, entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di competenza, tramite il servizio online dell’Ente, se non vuole incappare nelle sanzioni previste dalla Legge.
Cosa succede in caso di omessa o ritardata comunicazione?
L’UNIEMENS è una denuncia obbligatoria, e per il datore di lavoro che omette la sua trasmissione, la ritarda o comunica dati non veritieri, si configura il reato di evasione contributiva.
In pratica, secondo la Corte di Cassazione, la mancata trasmissione dei dati equivale all’evasione contributiva vera e propria, in quanto la loro non comunicazione rende impossibile all’INPS definire l’obbligo di imposizione contributiva.
Resta comunque possibile per il datore di lavoro dimostrare l’assenza di una sua volontà fraudolenta, ma sarà compito del giudice decidere in proposito.
Il comportamento omissivo potrà essere corretto attraverso la presentazione dell’UNIEMENS entro 12 mesi dalla scadenza prevista ed il versamento dei contributi relativi nei successivi 30 giorni. In tal caso (ammesso che il datore di lavoro regolarizzi le comunicazioni prima di qualsiasi notifica di contestazione da parte dell’INPS) le sanzioni civili dovute saranno quelle più lievi.
In pratica, qualunque datore di lavoro ometta la comunicazione dei dati, la ritardi, o trasmetta dati non veritieri, verrà soggetto all’applicazione delle sanzioni civili nella misura dell’evasione, a meno che non fornisca prove atte ad escludere l’intento fraudolento, nel qual caso gli verrà contestato non più il reato di evasione, ma di semplice omissione.
Per eventuali chiarimenti in merito, lo staff di Studio Tozza, che può vantare anni di esperienza nel settore della consulena del lavoro, sarà lieto di rispondere a tutte le vostre domande.