Oggi parleremo di congedo di paternità, ovvero di quell’agevolazione che spetta ai lavoratori dipendenti al momento della nascita di un figlio, e cercheremo di capire bene cosa è, a chi spetta e quanto dura.
In cosa consiste il congedo di paternità?
In occasione della nascita di un figlio, o in caso di adozione o affido, i neo papà hanno diritto al congedo di paternità, che consiste nella possibilità di assentarsi dal lavoro per 4 giorni, che verrano normalmente retribuiti, e dovranno essere fruiti entro i primi 5 mesi di vita del bambino. Di questi 4 giorni:
- I primi 2 saranno obbligatori e si sommeranno al congedo spettante alla madre.
- Gli altri 2 saranno facoltativi ed alternativi al congedo della madre, che in tal caso dovrà ridurre di 2 giorni il proprio congedo.
Durante il congedo, l’INPS riconoscerà al neo padre una indennità pari al 100% della sua normale retribuzione giornaliera, che verrà calcolata in base allo stipendio percepito nell’ultimo periodo di lavoro.
In realtà, più che di vero e proprio congedo di paternità si tratta di un “bonus” per i papà, cui viene data la possibilità di essere più presenti nella vita dei propri figli (per questo motivo è stato proposto di aumentare questi 4 giorni, considerati effettivamente troppo pochi, soprattutto rispetto a quelli concessi negli altri paesi europei).
Congedo di paternità: chi può richiederlo e come.
I 4 giorni di congedo di paternità possono essere richiesti da tutti i lavoratori dipendenti (il bonus non spetta ai lavoratori autonomi), tramite l’inoltro di una specifica richiesta:
- Se l’indennità verrà anticipata dal datore di lavoro, il dipendente dovrà comunicare in forma scritta la volontà di usufruire del congedo e, qualora volesse usufruire dei 2 giorni di assenza al momento della nascità del figlio, la domanda dovrà essere inoltrata con almeno 15 giorni di anticipo dalla data presunta del parto.
- Qualora l’indennità di congedo dovesse essere pagata direttamente dall’INPS, la domanda dovrà essere presentata a quest’ultima per via telematica, direttamente sul sito dell’Istituto, oppure tramite call center.
Questo bonus per i papà non va comunque confuso con il vero e proprio congedo di paternità che spetta al lavoratore padre in caso di morte o grave infermità della madre, oppure qualora quest’ultima abbia abbandonato il figlio. In questo caso la durata del congedo sarà pari a quello di maternità (5 mesi), e potrà essere richiesto anche qualora la madre sia una lavoratrice autonoma.
Il padre che usufruirà del congedo avrà diritto:
- A percepire una indennità pari all’80% della sua normale retribuzione, per tutta la durata dell’astensione del lavoro (nel settore pubblico l’indennità è pari al 100%).
- A vedersi calcolato il periodo di congendo nell’anzianità di servizio, e a vederlo considerato come periodo lavorativo a tutti gli effetti ai fini della progressione di carriera.
Il periodo di astensione dal lavoro verrà inoltre conteggiato per intero ai fini della pensione, tramite l’accredito di contributi figurativi (cioè esenti da oneri a carico del lavoratore).
Questa, a grandi linee, è la normativa che regola i congedi: per ulteriori informazioni e chiarimenti i professionisti dello Studio Tozza risponderà a tutte le vostre domande.